Leggere questa raccolta di racconti è stata una sfida per me, una grande sfida.
Sì, lo ammetto: io soffro di “nictofobia”!
Un tempo amavo l’horror e il paranormale, guardavo i film con piacere e avidità. Mi sono dovuta, però, fermare: la notte le paure affioravano, mi impedivano di dormire e mi tormentavano segretamente, nel buio e nella solitudine della stanza.
I racconti di Elisa li ho intesi come un modo per iniziare a superare questa fobia. Forse non ci sono riuscita del tutto, ma sicuramente l’autrice è riuscita nel suo intento di tratteggiare storie di grande effetto e di dolore, storie disturbanti, in cui la solitudine e le follie egocentriche sono portate allo stremo, trasformandosi in manie omicide da cui non esiste rimorso o pentimento, solo autocompiacimento e altra sofferenza. “Il Male genera Male”, quale frase più coincisa per riassumere i tormenti dei protagonisti!
Sin dall’inizio ho apprezzato molto lo stile dei racconti, tutti molto brevi e diretti, senza inutili fronzoli, ma sicuramente d’impatto, intensi e sconvolgenti. La cosa che mi ha catturato è che in ogni storia nulla è mai come sembra, dunque il lettore ha da subito la consapevolezza che il colpo di scena sia proprio dietro l’angolo, e cerca, quasi sempre senza riuscirci, di immaginare quale possa essere.
“Non accettano che una persona possa essere cattiva, una persona che nel suo DNA abbia il gene della violenza. Eppure io ne sono la prova vivente: è la mia natura, punto e basta”.
Cara Elisa, non so se, davvero, come tu scrivi, il seme della violenza sia insito in ognuno di noi e a volte sia impossibile sfuggirgli; ciò di cui sono sicura, però, è che tu abbia talento nel mostrarlo al mondo, dunque non fermarti, continua a seminare il male per esorcizzare il dolore.
Elena Inuso
Sono Elena Inuso, giovane avvocato e scrittrice. I miei romanzi: “Lo Specchio dell’Anima” – Leonida Edizioni, 2019; “Io non credo nel destino”, Laruffa Editore, 2021.