Mi aspettavo una storia d’amore dolce, leggera, tra due ragazzini che pian piano diventano adulti, insieme.
Un po’ come la bella favola che ho vissuto io e che auguro a chiunque riesca ad avere la stessa fortuna.
Invece in questo romanzo, scritto da un’autrice giovanissima, ho trovato diversi spunti di riflessione, momenti di gioia rovinati da quelli di dolore, un’evoluzione diversa da quello che pensavo.
È la storia di un viaggio, fisico e metaforico, verso la maturazione personale, verso i propri obiettivi, verso l’amore solo assaggiato e mai vissuto a pieno. Una scrittura a volte dura, disillusa, nostalgica, a volte romantica, scanzonata, sognante.
Si parla di un tema caldo: l’accoglienza dello straniero, i pregiudizi che subisce, il suo dover sopportare di non essere mai completamente accettato.
E mentre lotta contro quegli stessi giudizi che odia, a tratti la protagonista stessa ci finisce dentro inconsapevolmente, per poi comprendere quanto sbagliati possano essere.
Ho apprezzato la dovizia di particolari con cui l’autrice ha narrato la vicenda (tanto da farmi chiedere se possa trattasi di un libro in parte autobiografico) e mi ha molto colpito lo stile spontaneo, schietto, con termini dialettali e intere frasi che riproducono fedelmente la cadenza dei cittadini marchigiani, cosa che conferisce maggiore realismo alla vicenda.
“…lui ti ingloba, ti risucchia dall’altra parte. Se ti ritiri, ti stringe più forte perché le sue mani sono la fibbia dalla quale non sfuggirai. Distinguo due categorie di abbracci: quelli molli, distaccati e inafferrabili, da quelli come i suoi. Abbracci solidi, carnali, in cui “prendi” qualcosa e ti senti completa, arricchita, migliorata… guarita.”
Un libro particolare, difficile da definire in modo compiuto, che mi ha fatto provare sentimenti contrastanti, ma che sono felice di aver letto. I personaggi tratteggiati da Benedetta sono reali, con i loro difetti e le mille sfaccettature, non si fanno voler bene per forza, non cambiano per piacere al lettore. Sono umani.
“Non riusciamo mai a scappare completamente dalle persone, dai posti da cui ce ne siamo andati. Ci rimaniamo sempre un po’ intrappolati. Un po’ legati dentro.”
Penso che qualcosa di questo libro mi resterà; ringrazio l’autrice per avermelo donato e le auguro di fare tanta strada, “riconoscendo” sempre la sua mano.
Elena Inuso
Sono Elena Inuso, giovane avvocato e scrittrice. I miei romanzi: “Lo Specchio dell’Anima” – Leonida Edizioni, 2019; “Io non credo nel destino”, Laruffa Editore, 2021.