Il libro comincia con un interrogatorio, di quelli che si vedono in ogni film d’azione che si rispetti. Ergo, il lettore sa già che qualcosa di losco è accaduto, qualcosa per cui è stato necessario l’intervento della polizia, qualcosa di tragico nell’evento per eccellenza più lieto, puro e salvifico: il matrimonio.
Ma può un semplice gioco trasformarsi in tragedia? Un gioco come “obbligo o verità”, poi… che è “per ragazzini” e che ognuno di noi, qualche volta nella vita, ha praticato, invero sempre con un po’ di patema d’animo e di fibrillazione, nel timore di essere costretto a compiere qualche gesto indesiderato o a rivelare un segreto nascosto.
Ed è proprio questo che accade a otto “amici”, se così si possono definire, tra cui sposi, parenti, migliori amiche, damigelle e testimoni. Tutte persone care, certo. Dunque cosa potrebbe mai succedere?
Possibile che, in un’atmosfera di surreale perfezione e circondati dal rumore ammaliante del mare, tra quegli stessi amici emergano vendette, invidie, odio represso per anni e altri sentimenti distruttivi divenuti più forti di tutto il resto?
“Il gioco si era appiccicato al loro tessuto umano e morale, li governava astrattamente pompando e facendo emergere gelosie, cattiverie e sincerità, che prima erano soltanto strane impressioni.”
E così, quegli obblighi e quelle verità si impossessano di loro. “Non aveva nessuna intenzione di arretrare in un gioco che si basava in toto sull’orgoglio e sull’onestà.”
Sembra che tutti i personaggi, fino a quel momento, avessero solo recitato una parte, in una vita finta e illusoria, atta a non mostrare mai il vero io, spesso profondamente crudele, di ognuno. “Una recita che produce autoconvinzione.”
La sensazione è resa più forte dai numerosi riferimenti cinematografici che l’autore ci regala, insieme a figure retoriche colorite che interrompono i dialoghi e mischiano natura e sentimenti; amore che si fonde con odio, attori con semplici comparse, burattini con burattinai.
“Non gli restava altro che giocare. Giocare fino alla dipartita.”
Allora, voi cosa scegliete, “obbligo o verità”? Io, sinceramente, come Camilla, preferirei non giocare.
Elena Inuso
Sono Elena Inuso, giovane avvocato e scrittrice. I miei romanzi: “Lo Specchio dell’Anima” – Leonida Edizioni, 2019; “Io non credo nel destino”, Laruffa Editore, 2021.